
“La donna calva”
e altre prose inedite
a cura e traduzione di Pasquale Di Palmo
Via del Vento edizioni, collana Ocra gialla
testi inediti e rari del novecento
Tra ironia e rêverie
di Pasquale Di Palmo
Robert Desnos è considerato uno dei poeti più rappresentativi del surrealismo, autore della magistrale raccolta Corps et biens, edita da Gallimard nel 1930, in cui si delinea quel variegato ordito di tessiture foniche e verbali sperimentate in seguito alla scoperta dell’écriture automatique. Questa tecnica, consistente nello scrivere in stato di trance durante le pionieristiche sedute del gruppo succedutesi negli anni Venti, fu interpretata da Desnos e Crevel in maniera sempre più febbrile ed esaltata. Di fronte alle loro intemperanze, Breton fu costretto a sospendere le sedute medianiche collettive, creando un inevitabile spaesamento in Desnos che tenderà gradualmente a staccarsi dal movimento. La definitiva espulsione, decretata da un Breton in vena di giustizialismo giacobino, avverrà a dicembre 1929 con il Secondo manifesto del surrealismo, confluito nel n. 12 della «Révolution surréaliste». Le vicissitudini creative di Desnos continueranno a manifestarsi abbracciando svariate discipline – dalla poesia al romanzo, dal saggio al contributo giornalistico – con l’implicita tendenza a smussare le punte acuminate di quel désordre formel teorizzato in chiave surrealista (si pensi alla figura di Rrose Sélavy, alter ego di Marcel Duchamp, ricorrente in Corps et biens), rendendo più fruibili i suoi testi successivi. Testimoniano di questo articolato processo compositivo le otto prose inedite qui presentate, tratte dalla raccolta Les jours de noces, progettata in vita dall’autore e apparsa postuma per «Le Temps des Cerises» nel 1999. I testi contenuti, scritti nel periodo 1928-1943, si configurano all’insegna del divertissement che, tuttavia, non rinuncia a inoltrarsi nei territori inusuali della rêverie e dell’allucinazione. Tali prose che, a più riprese, acquisiscono cadenza narrativa, sono contrassegnate infatti da un umorismo nero modulato sull’effetto dei calembours, spesso di difficile resa in italiano, tesi a ribaltare il senso stereotipato di alcune espressioni gergali. Un’analoga operazione viene effettuata in ambito poetico, con l’inserimento di termini derivanti dall’argot, trasformati attraverso varie tecniche combinatorie in elementi linguistici svincolati dal modello originario e approdati a una formulazione autonoma, dagli esiti nondimeno stranianti.
Pasquale Di Palmo
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I tre solitari
Per chi si avventura senza timore all’interno dei suoi dedali tenebrosi, la notte è piena di rifugi sconosciuti, di territori inesplorati. In balia dell’immaginazione, le creature che l’abitano si rivelano ad un tratto con le tracce misteriose delle loro peregrinazioni sul corpo.
Non è da tutti avventurarsi con passo fermo in quelle solitudini… Mi ricordo tuttavia di esseri le cui ombre notturne erano senza spine e le strade oscure senza carreggiate né trabocchetti. Una nuova mitologia non aveva che volti familiari per loro.
Così era per i tre solitari. Dalla mezzanotte alle due del mattino si estende un territorio al di fuori del tempo e dello spazio.
Il dormiente che si sveglia non può conoscere l’ora immutabile che sembra incombere in quel lasso di tempo in cui la mezzanotte apre le porte al rintocco dei suoi dodici gong…
Gli orologi si rispondono a qualche minuto d’intervallo nella calma notturna della città.
Rintocca mezzanotte e mezza… È il primo solitario al quale, trenta minuti più tardi, risponde l’appello sonoro dell’una, il secondo solitario…
L’una mezza lancia il terzo grido in questo strano campo dove i bivacchi sono allestiti nel cuore stesso della notte.
E, la notte seguente, i tre solitari riprendono possesso di quel dominio che sfugge alle regole stabilite dagli orologi, questi illusori agrimensori del tempo…
I tre solitari sono tre sentinelle piazzate alle frontiere del sogno e del risveglio. Il loro grido canoro si ripercuote ironicamente nelle corti.
Intèrrogati, interroga il tuo cuore invece di interrogare le suonerie lontane.
Se non sei solo, se, al tuo fianco, un caro respiro misura le ore senza sottomettersi alle regole astronomiche, chiediti se devi preferire il paese favoloso degli incubi e dei sogni alla tragica atmosfera dell’amore.
E pertanto il frutteto dei sogni non produsse altro che foglie marce e frutti bacati e, attraverso gli stessi sogni, l’amore che li generò fu sempre sconfitto. Sia che tu ami sia che tu voglia amare, non sognare.
O se sei solo, ascolta nell’oscurità il battito sordo del tuo sangue nelle arterie e scegli tra insonnia esaltante e mezza-morte nello pseudo-sudario delle lenzuola.
Altrimenti, perso nelle strade e nei viali, nottambulo solitario, non cercare di decifrare l’ora su quadranti male illuminati.
Approfitta del passaggio dei tre solitari e dei benefici che si moltiplicano. È qui il culmine della notte… Le tenebre assolute.
Nell’arco di due ore potrai credere che la terra non sia più sottomessa alle regole solari e che, nell’oscurità infinita, il mondo ruoti in un carnevale arruffato di lune e di stelle.
È il dominio dei fantasmi che portano i tre solitari. Da mezzanotte alle due, in balia del tuo spirito, potrai conversare con loro e, se vuoi, anche con il tuo spettro.
Non assopirti. È l’ora deliziosa dell’insonnia, della speranza.
Il dominio dei tre solitari.
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Robert Desnos nasce a Parigi il 4 luglio 1900. Frequenta, giovanissimo, i circoli delle avanguardie, in particolare quello di Dada, dove conosce André Breton. Si lega al gruppo che anima la rivista «Littérature», dove ha modo di sperimentare la scrittura automatica. Divenuto un esponente di spicco del surrealismo, collabora a «La Révolution surréaliste» e alle iniziative del gruppo. Se ne staccherà gradualmente per divergenze di carattere ideologico. Si innamora della cantante Yvonne George, raffigurata nelle sue poesie in veste di stella. Un suo testo ispira il film di Man Ray L’étoile de mer. Nel 1927 pubblica il romanzo La libertà o l`amore! Nel 1930 si lega a Youki, ed esce la raccolta poetica Corpi e beni per Gallimard. Si dedica al giornalismo e alla radio, dove riscuote un discreto successo un suo adattamento da Fantômas. Effettua viaggi a Cuba e in Spagna dove incontra García Lorca. Escono varie opere, tra cui Fortune (1942) e Le vin est tiré… (1943). Coinvolto nella Resistenza, viene arrestato dalla Gestapo nel suo appartamento di rue Mazarine e deportato in vari campi di concentramento, tra cui Auschwitz, Flöha e Terezín. Qui muore di tifo e stenti 1’8 giugno 1945, dopo la liberazione del campo. A cura di Pasquale Di Palmo nel 2020 sono usciti per Medusa La colomba dell’arca. Poesie 1922-1944, e Cantafavole e Cantafiori e per MC la biografia Le bonjour de Robert Desnos.