
da: Sotto falso nome (peQuod 2022)
C’erano notti in cui parlavi sottovoce
con le ombre sui muri e piangevi,
le spalle che ti sussultavano
come le mie che ti ascoltavo
dietro la porta, ma alle sei e mezzo
spaccate, sole, pioggia o neve, suonava la sveglia,
ti alzavi di scatto dal letto, ti lavavi come i gatti
e uscivi di casa abbandonando nell’aria
una inebriante scia di brillantina.
Impossibile sapere dove andassi
mentre io fingevo di dormire
come faccio anche adesso
succhiando pastiglie al tamarindo
con la speranza che mi infilino
in un sacco di posta veloce
verso la buca del tuo nuovo indirizzo
che ha il colore del niente e della fine di tutto.