Gisella Blanco, fotografia di Dino Ignani


Dalla silloge inedita Donna Politica Galante

Maria

Sopravvivi allo sgranare della preghiera,
scalpiti in palmi a te ignoti
tra le uova dei tuoi santi congiunte
da filamenti di terrore.

Sorella primitiva
vorrei ancorarti al mio fianco, trarti in sollievo
dalla tensione d’indice paterno,
dal commiato dei nostri figli,
dalla carezza inevasa che ci tormenta le palpebre,

mi prego di spingerti oltre la traversia delle bocche
che ti hanno crocifissa
nel pungolo di latte -feroce massacro
che si reitera nel seno-.

Nell’incavo del corpo si ruba la morte,
non v’è dormizione a domare
la furia delle tempie
e tra donne si giunge -credi in me-
allo stesso tremore.

Il pianto è gigante solitario,
mare che non divarica le gambe della lacrima
al richiamo degli dèi.


Opera dedicata, di Roberto Di Costanzo


Storie epiche

Ho un popolo
schermato in battaglia
nel fortino dello sterno.

Vorrei scrivere il racconto di sangue
sui reflussi d’ira esofagea:
cinta muraria frantumata in singhiozzi.

Sarebbe grande la storia
se fuori ci fosse il nemico.

Henri Matisse


Macero

Il passato è forza elettrostatica,
aggroviglia gas putrefattivi d’antenati
a ossari inespressi, erge monumenti ai sopravvissuti.

Il presente è macero
non autorizzato, vivaio eco-sovvertibile
del corpo -mai nato a ragione-,
interruttore guasto
al dito mozzato del futuro
(nostro unico illegittimo figlio).

Questa notte il piccolo
bastardo ha divorato
le sue piccole
falangi
con piccola
bocca
senza denti.

Ci siamo svegliati madri sazie.

Henri Matisse

Labbra

Ho saggiato la particella minima dei mari, ho sfiorato monti imploranti d’orgasmo ai miei corpi celesti e sono stata argentea sul far della vetta, ho raggiunto frutti sconosciuti, campi di cielo arati di rondini in luglio sopra occhi ancora irrigati d’inverno, ho percorso strade orbitali che sul finire iniziavano e ho partorito piccole universalità di sangue a questo vacuo precipitare.
Ho solcato più estreme aree di carne illudendomi che fossero sconfinate, ho inventato linguaggi che si spingono con falci di lingua in mute gole alla terra e in cantilena di dolore ho danzato fino a svenire tra le mie braccia.

Eppure solo sulle tue labbra
ho assaggiato il mio nome.


Scansioni

Sta per tornare la bella occasione
dallo skyline sfrondato di ciliegi,
opera un’autentica rimozione la trivella,
scopre i nervi del terriccio, li porge
come ultimo saluto della radice.

Non riesco ad abbandonare la prima persona
singolare femminile, discontinuità
degli oggetti schiacciati d’ombra. Forse
è la rabbia del residuo, la valanga distorsiva
della porzione che intercede con me, mi disperde
nella folla delle mie voci. Dove siete?

Se un lungo lamento discioglie la vena, il verso
distilla la sillaba, arcua la parola dal pulpito di memorie,
cambia colore alle cose da un’ansa remota del cranio.
Dove sono?

Ho lasciato sul pavimento una borsa
piena di bottiglie di alcolici, atti chimici
sprovveduti a invecchiare. Se li avete sorteggiati dal palmo capovolto,
dove dimorerete?

C’è una stilla di gelo in ogni presunzione,
tra l’incudine e il fardello, quasi nascosta
nella turbolenza, si dissolve all’occorrenza.
Non c’è dubbio che io non sappia dove siete
e domandi all’infinito, all’improvviso, nell’inciso
del silenzio tra gli occhi, nei rintocchi.


Henri Matisse


***

Gisella Blanco è nata a Palermo nel 1984 e vive a Roma da diversi anni. È laureata in giurisprudenza, si occupa di critica e divulgazione letteraria poetica, collabora con blog, riviste cartacee e giornali per i quali scrive note critiche, recensioni, articoli, interviste e saggi. Scrive per la rivista “Leggere Tutti” cartacea e on line, per “Atelier Poesia”, per “Laboratori Poesia”, per “Liguria.Today”, per “Poesia” di Luigia Sorrentino, per “Poesia del nostro tempo” e per “Le città delle donne”. Fa parte della redazione della rivista cartacea semestrale “Laboratori Critici”. Conduce dirette, programmi e iniziative culturali fruibili su YouTube e sui principali social. Ha svolto, come relatrice, lezioni in ambito universitario sulla poesia (Università di Palermo – Dipartimento di Scienze Umanistiche, Corso di studio in Lettere, Insegnamento Istituzioni di Linguistica italiana); nel 2020 ha tenuto una lezione sulla poesia agli studenti di Linguistica Italiana della Sichuan International Studies University di Chongqing (Cina). Particolarmente attenta ai temi sociali, filosofici e femministi, è autrice della silloge poetica Melodia di porte che cigolano, pubblicata da Eretica Edizioni (2020), compare nell’antologia Inno alla morte, pubblicata da Bertoni Editore (2021), nell’antologia Cuori a Kabul – Poesie per l’Afghanistan di Graphe.it edizioni e nell’antologia Italia insulare – i poeti di Macabor Editore 2022. Alcuni suoi testi sono stati tradotti nel Journal of Italian Translation. Fa parte di un team che offre servizi letterari, “Scrivere Poesia”, in cui si occupa di editing poetico. Una sua poesia è presente nell’antologia Negli occhi bambini (con una nota introduttiva di Umberto Piersanti per ScriverePoesia Edizioni).