traduzioni di Giuseppe Todisco


testi originali da “Poesie” Mondadori 2008




Immrama

Anch’io ho seguito lo spirito di mio padre
da quel capanno di fango, dov’è nato e cresciuto,
dietro la montagna.
TB e scarlattina,
la fattoria dove lavorò da stagionale la prima volta,
fino a Wigan, al bivio di Crewe,
in un cantiere dal quale sparì –
forse imbarcato per l’Argentina.

La montagna viene giù con i suoi noccioli,
il cantiere un groviglio di baracche,
mentre lui non è andato oltre il Brasile.

Eccolo sulla veranda che beve rum
con un uomo che potrebbe essere un nazista,
i figli addormentati sotto le zanzariere.

*

Immrama

I, too, have trailed my father’s spirit
from the mud-walled cabin behind the mountain
where he was born and bred,
TB and scarlatina,
the farm where he was first hired out
to Wigan, to Crewe junction,
a building-site from which he disappeared
and took passage, almost, for Argentina.

The mountain is coming down with hazel,
the building-site a slum,
while he has gone no further than Brazil.

That’s him on the verandah, drinking rum
with a man who might be a Nazi,
his children asleep under their mosquito-nets.

Fotografia di Joel Meyerowitz


*

La volpe

Un tale schiamazzo
che fui svegliato la scorsa notte
dalle oche
dell’allevamento di John Mackle.

Mi alzai e aprii
la veneziana.
Tu giaci
tre campi più in là

nel cimitero
di Collegelands, in una terra
tanto fradicia – più che sepolto
fosti annegato.

È stato un mese fa.
Vedo il tuo volto
sopra al bavaglino
imbevuto di formaldeide.

Sembri assorto,
come se ti fossi apparso
mentre attentamente scrivi, con una matita
da falegname, il tuo nome

sul coperchio
di una scatola di funghi.
Stai dicendo: «Torna a letto.
È solo quel volpino.»

*

The fox

Such an alarm
as was raised last night
by the geese
on John Mackle’s goose-farm.

I got up and opened
the venetian blind.
You lay
three fields away

in Collegelands
graveyard, in ground
so wet you wern’t so much
buried there as drowned.

That was a month ago.
I see your face
above its bib
pumped full of formaldehyde.

You seem engrossed
as if I’d come on you
painfully writing your name
with a carpenter’s pencil

on the lid
of a mushroom-box.
You’re saying, Go back to bed.
It’s only yon dog-fox.

Fotografia di Joel Meyerowitz


*

Il treno

Ci ho provato, mia cara, a spiegarmi
com’è che un qualunque treno merci,
così carico di pietrisco da far posare facilmente
un binario sullo strato, sia ciò che ci ha fatto alzare

dai nostri letti, in questa come in ogni altra notte,
sebbene sia lontano miglia e nonostante
l’abitudine che abbiamo di serbare in qualche
anfratto della mente tutto ciò che è ordinario

e poi, visto quanto gli ci vuole per passare
con tutti i suoi vagoni di carbone e gas,
frumento, sale, rotaie e traversine,

come appaia determinato a smentire
la nozione, mia cara,
che potremmo essere noi, non lui, la cosa che non muta.

Fotografia di Joel Meyerowitz


The train

I’ve been trying, my darling, to explain
to myself how it is that some freight train
loaded with ballast so a track may rest
easier in its bed should be what’s roused

us both from ours, tonight as every night,
despite its being miles off and despite
our custom of putting to the very
back of the mind all that’s customary

and then, since it takes forever to pass
with its car after car of coal and gas
and salt and wheat and rails and railway ties,

how it seems determined to give the lie
to the notion, my darling,
that we, not it, might be the constant thing.

*

Paul Muldoon (Portadown 1951), docente universitario a Princeton, negli Stati Uniti, con una significativa parentesi inglese a Oxford. Si è laureato alla Queen’s University di Belfast (1973), dove ha incontrato fra gli altri Michael Longley e Seamus Heaney, che ha apprezzato le sue prime poesie e favorito la pubblicazione di New weather (1973), prima delle sue numerose raccolte di versi, poi antologizzate in italiano nel volume Poesie (Mondadori, 2008). A partire dagli anni Ottanta del 20° secolo, alla capacità di reinterpretare personalmente la tradizione irlandese ha sostituito la volontà di ampliare e complicare il proprio spettro espressivo. Insignito di molti dei maggiori riconoscimenti, come il premio Pulitzer per Moy sand and gravel (2002; trad. it. 2009), ha pubblicato saggi critici, traduzioni (come l’adattamento da Aristofane The birds, 1999) e libri per bambini. (Ph Beowulf Sheehan)


*

Giuseppe Todisco è nato a Foggia nel 1980 e risiede a Orta Nova.

Suoi testi sono apparsi in diverse antologie, tra le quali Enciclopedia di Poesia Italiana, a cura della Fondazione Mario Luzi. È presente all’interno della collana Poeti e Poesia, a cura di Elio Pecora. Alcune sue prose sono confluite nella collettanea Repertorio dei matti della Città di Lucera e della Capitanata, a cura di Paolo Nori (Marcos y Marcos ). Collabora con alcuni lit-blog ed è cofondatore e condirettore di «Avamposto». La raccolta di poesie Si prega girati di schiena è uscita per Marco Saya nel 2020, con la cura di Antonio Bux.