Anterem 2021
prefazione di Maria Grazia Calandrone

Dalla prefazione di Maria Grazia Calandrone:

Daìta Martinez procede per piccoli blocchi compatti, che all’interno contengono un mondo in moto quantico. Moto nascosto, perché chi scrive incide figure solide che non chiedono di essere capite, ma aperte come frutti di melograno e ascoltate.
Nei testi di Martinez appare sottotraccia una delle tracce mnestiche della poesia, una di quelle conoscenze che appartengono alla memoria, più che alla coscienza: la musica.
Musica che precede il senso semantico ed è il segreto ascoltando il quale si sta vicini al segreto del poeta che scrive. Ma non solo. Si sta prossimi anche al segreto della materia, se ognuno di questi piccoli blocchi di parole contiene brevi scene, immagini o verbi, messi in relazione e circondati dal vuoto. Esattamente come la materia.
[…] Il mondo che ne emerge è favoloso: Daìta Martinez racconta un’infanzia e un presente cresciuto fino all’amore adulto, dove tutto è mescolato a tutto e ogni elemento contribuisce a formare il suono di fondo che riconosciamo come il ronzio del «reale», oltre la così detta realtà.
Se dobbiamo trovare un antecedente letterario a tanto fragoroso rovistare, non possiamo non pensare all’incandescenza mistica di Amelia Rosselli, soprattutto al volume seriale, musicale e poliglotta (plurilinguismo che in Martinez diventa mescolanza della lingua italiana a dialetto e costrutti palermitani) delle sue Variazioni belliche. Martinez sembra discendere da quelle sincopi, da quei salti sublimi e da quell’ignorare chi legge, unico e vero atto di fiducia in chi legge […] Perché Martinez – come Rosselli – sta parlando a qualcuno, sta raccontando il colmo, il mediterraneo traboccare in colori e sapori della vita, per qualcuno che ascolta.
O ascolterà, leggendo, questo nascondersi in bella vista della parola, questo smettere anche la punteggiatura e lasciare che ognuno sia quel che è, veda quel che vede. Canti il suo canto.

*

da Daìta Martinez, Liturgia dell’acqua, Anterem Edizioni 2021

*

nient’altro che silenzio il nido sulla
schiena del ciliegio così l’ultima tua
volta sulla bocca di palermo insorta
la minuta stanza l’aurora tra le dita

Fotografia di Ferdinando Scianna


*

vuoto dolcissimo vuoto il melograno
s’immerge nel fondo quasi altezza la
vergine accuccia una nenia sul prato
e il petto del lavandino fa ombra agli
alberi e s’ode della mano il baccano

*

caduta nell’acqua dall’acqua una cicala
è silenzio indaffarato a memoria il vento
sperduta gentilezza d’attimo che sfugge

Fotografia di Ferdinando Scianna


*

fiorano fragili mani nostre i
nostri cuori più evidente sia
verità con acqua spromessa
ai confini immersa la radice
del villaggio per allora esile
grazia le girandole bambine
noi a chiocciola innamorate
noi del corpo frugate sperse
tu assenza me fronte di lato

Fotografia di Ferdinando Scianna


*

lucentezza fragilissima al centro
d’atto decorativo l’estremità dei
silenzi marini che rubano parola
alle parole e nulla risorto e nulla
distrae su una sedia seduta forse
chiara nel forse se è sottrarsi nei
continui incontri l’incontro d’un
minimo indizio il mercante della
casa scivola dai fiori una manica
sul torso a voce piana della notte

Fotografia di Ferdinando Scianna

*

s’è annidata al viso
d’una fiaba versata
la candida guancia
impara il suo cuore
tristezza melarosa

Fotografia di Ferdinando Scianna


*

la fioritura del ciliegio l’incantesimo
di una cantilena e nella danza di una
trottola il vento tutto sul viso di aziza
come ieri e ieri l’altro non era la cesta
dentro la casa dei fornelli delle parole
dei piatti a sbuffo e blu il mento tra le
nuvole sopra la bocca del sole ninnata
ai campanelli delle persiane svoltate a
festa per ancora un sorriso sulle ciglia
il dono d’uno scoiattolo la leggerezza
di una piuma tra le gambe del basilico
ché lasciarsi un po’ dimenticare dalla
paura ha soave sapore d’un sì d’amore

Fotografia di Ferdinando Scianna (particolare)


Daìta Martinez è una poetessa palermitana. Per LietoColle ha pubblicato la silloge dietro l’una (2011), segnalata alla V Edizione del Premio Nazionale di Poesia “Maria Marino”, e la bottega di via alloro (2013). È vincitrice della sezione in dialetto del 7° Concorso Nazionale di Poesia Città di Chiaramonte Gulfi, e finalista, per l’inedito in dialetto siciliano, della 44° edizione del Premio Internazionale di Poesia Città di Marineo. Nel 2018 prende parte all’Almanacco di poesia Secolo Donna 2018 (Macabor), e nel 2019 pubblica la finestra dei mirtilli, raccolta poetica scritta a quattro mani con il poeta comisano Fernando Lena (Edizioni Salarchi Immagini); del 2019 è anche ‘A varca di zagara (Macabor), opera edita da Macabor (dopo essersi qualificata prima al Premio Macabor 2019, nella sezione raccolta inedita, in dialetto siciliano); nello stesso anno pubblica il rumore del latte, (Spazio Cultura Edizioni) e Nutrica (LietoColle). Con Liturgia dell’acqua Martinez è finalista alla XXXIV Edizione (2020) del Premio Lorenzo Montano, sezione “Raccolta inedita”, ed è pubblicata da Anterem nella collana Nuova Limina. È presente nel primo volume di Italia insulare. I poeti, Macabor Editore (2020); nel 2021 pubblica Le madri, raccolta di Haiku accompagnati dalle acqueforti di Vincenzo Piazza.

Liturgia dell’acqua di Daìta Martinez è stata opera finalista alla XXXIV Edizione (2020) del Premio Lorenzo Montano, sezione “Raccolta inedita”